Tra le tante novità che caratterizzano la ripresa post ferie di quest’anno, ho notato che molte sono le aziende e i brand che hanno puntato la loro comunicazione sulla sostenibilità, sul dare l’esempio virtuoso di cosa si può fare per questo pianeta e per non inquinarlo più di quanto non siamo già riusciti a fare.
Da diversi mesi girano spot di brand come Amazon, Subito.it, Acqua San Benedetto, Coop e molti altri (nel mondo dell’automobile ormai tutti gli spot parlano di mobilità elettrica) incentrati sulle azioni concrete che hanno messo in campo, facendo leva sulla forza dell’esempio, che possano essere di ispirazione per i cittadini ma anche per altre aziende.
Essere green non è solo una dichiarazione di intenti.
Sono tante le aziende che pur di parlare “green” fanno pubblicità alle intenzioni, senza però il sostegno di azioni reali, ed è un’operazione da evitare, molto controproducente, che rischia di tramutarsi in un boomerang negativo anche sui fatturati. Il mercato non perdona più.
Ciò che invece va fatto è mettere in atto azioni concrete, già realizzate, verificabili, replicabili, utili al pianeta e ai suoi abitanti.
Da dove partire per potersi dichiarare GREEN?
In primis facendo una analisi scientifica di come siamo dall’interno: nei nostri processi aziendali, nella produzione, nell’organizzazione, nell’adozione di politiche di welfare per i dipendenti, certificati da qualcuno di esterno e che in modo inconfutabile possa dimostrarlo e renderlo ufficiale.
Un buon modo per fare questa analisi è farsi certificare.
Solo allora sarà possibile comunicarlo all’esterno e rendere pubblica una buona pratica, un esempio virtuoso, un comportamento che rende un’azienda più sostenibile.
Il mondo delle certificazioni è però vasto e variegato, e l’obiettivo di questo articolo è condividere alcune delle certificazioni che potreste decidere di adottare, sia che siate dei meri professionisti che delle PMI o delle grandi aziende. Sapendo che la materia è vasta e non si esaurisce in questo elenco.
Ecco 4 Certificazioni (o strumenti) Green che potreste valutare per la vostra azienda:
- ISO 14001
- Bollino Etico Sociale
- LCA
- Ecolabel
ISO 14001
È forse la più nota, anche ai non addetti, perché quasi tutti sanno che trattasi di una certificazione ambientale, condotta con degli standard riconosciuti a livello internazionale.
La sua definizione è la seguente:
“La sigla ISO 14001 identifica una norma tecnica dell’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) sui sistemi di gestione ambientale (SGA) che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale di una qualsiasi organizzazione…. Tale norma può essere utilizzata per una certificazione, per un’auto-dichiarazione oppure semplicemente come linea guida per stabilire, attuare e migliorare un sistema di gestione ambientale”.
È uno standard certificabile, ovvero è possibile ottenere, da un organismo di certificazione accreditato, attestazioni di conformità ai requisiti in essa contenuti.
Solitamente, per costi e anche onerosità operativa per il suo ottenimento, sono le medio-grandi aziende che decidono di intraprendere questo percorso, che analizzerà in modo standard processi e organizzazione.
Pro: è riconosciuta a livello internazionale, non è obbligatoria ma volontaria, è una certificazione di processo. Permette di definire una strategia, di misurare l’efficacia dei processi, di avere un riconoscimento del mercato, di elevare la cultura aziendale e di favorire l’innovazione.
Contro: mira principalmente a certificare che il sistema di gestione dell’azienda sia adeguato a monitorare gli impatti ambientali, ma non a ridurli o migliorarli. I costi possono essere proibitivi per aziende piccole, si può andare dai 1000€ ai 10.000€, a seconda di chi fa la certificazione e come viene fatta (online, con consulente). In ogni caso è un processo che richiede risorse in termini di denaro, tempo e persone.
Per informazioni: Certificazione ISO 14001.
Bollino Etico Sociale
Questa certificazione è un po’ diversa dalla precedente, perché non si limita ad analizzare processi e organizzazione dal punto di vista dell’impatto ambientale, cosa peraltro importantissima, ma mira anche a evidenziare tutte le buone pratiche che un’azienda mette in campo per proteggere non solo l’ambiente, ma anche le persone e valorizzare il territorio.
Come si dice sul sito:
“Il Bollino Etico Sociale è un metodo per lo sviluppo e la valorizzazione di azioni di innovazione sociale, di azioni a impatto positivo.
È un’opportunità per distinguersi nel mercato, è un’occasione per presentarsi e raccontarsi in modo diverso ai consumatori di oggi ed a quelli di domani, ai lavoratori di oggi e quelli di domani.
È uno strumento per valorizzare la storia, la tradizione, le esperienze e le competenze che arrivano dal passato per viaggiare nel futuro.”
Quindi qui non ci sono numeri confrontabili con altre realtà, ogni azienda può valorizzare le proprie azioni e ne genera di nuove, anche attraverso lo scambio che si innesca all’interno della comunità di cui l’azienda entra a far parte.
Pro: favorisce la progettualità, la generazione delle idee, anche fuori dagli schemi, fa sì che anche azioni ad impatto limitato sull’ambiente o sulle persone acquistino valore e importanza agli occhi degli stakeholders. Ha costi accessibili commisurati alle dimensioni aziendali.
Contro: non è ancora molto conosciuta, e non è uno standard. Il che rende tra loro le certificazioni non confrontabili. Ma la rende immediatamente anche un vantaggio distintivo verso il mercato.
Per informazioni: Bollino Etico Sociale.
LCA Life Cycle Assessment
Da Wikipedia:
“L’analisi del ciclo di vita (LCA, in inglese life-cycle assessment) è un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana associati alla produzione di un bene o servizio, a partire dal rispettivo consumo di risorse e dalle emissioni”.
Quindi il suo scopo è di misurare l’impronta ambientale di un prodotto a partire dalle materie prime, alla produzione, distribuzione fino all’uso finale. Processo applicabile anche ai servizi.
Quello che restituisce il calcolo è un valore numerico (ad esempio emissioni di CO²eq) che andrà letto riferito a dei range, e il cui scopo è quello di poter operare una successiva gestione degli impatti che sono stati calcolati, tramite una loro riduzione e compensazione.
Pro: permette attraverso dei calcolatori un’immediata valutazione dell’impatto ambientale e la definizione di azioni per ridurlo o compensarlo. Vedi alcuni esempi sul sito Reteclima.
Contro: è limitato ad un aspetto soltanto della sostenibilità ambientale, infatti normalmente è uno degli strumenti inseriti all’interno di un processo ISO14041-42-43 perché da solo è poco significativo.
Per informazioni: LCA.
Ecolabel
“Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea (Ecolabel UE) che contraddistingue prodotti e servizi che pur garantendo elevati standard prestazionali sono caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita.”
Il destinatario/beneficiario dell’ecolabel è generalmente il consumatore finale, che dispone dunque di uno strumento utile per operare le sue scelte di consumo in ottica ecologica.
E’ un’etichetta ecologica volontaria che misura gli impatti ambientali all’interno del ciclo di vita di un prodotto/servizio, tenendo anche conto della durata della vita media dei prodotti e della loro riutilizzabilità/riciclabilità, della riduzione degli imballaggi e del loro contenuto di materiale riciclato. Tiene conto infine anche di aspetti sociali ed etici all’interno del processo produttivo.
Per informazioni: Ecolabel.
Qualunque sia il metodo o lo strumento che si decide di adottare per valutare la sostenibilità dei propri prodotti, servizi o processi, la cosa importante è che tali dichiarazioni siano oggettive, confrontabili e credibili.
Il panorama delle certificazioni non si esaurisce qui, inoltre ogni stato adotta le proprie regole e le modalità di applicazione. In Italia, per esempio, non ci sono modelli di certificazione ambientale obbligatori per legge, che sono tutte su base volontaria, ad eccezione delle certificazioni energetiche per gli immobili.
Questo significa che per chi vuole distinguersi e davvero fare la differenza per il pianeta ci sono moltissime opportunità da cogliere, senza necessariamente aspettare che il legislatore renda obbligatorie tali certificazioni.
Quali altre certificazioni ambientali volete segnalare a beneficio di chi legge?
Quali certificazioni ambientali avete adottato nella vostra organizzazione? E perché? Scrivetelo qui nei commenti o nel post su Linkedin.
La condivisione di best practice in tema di sostenibilità è molto importante, perché permette alle informazioni davvero importanti per il futuro di tutti di circolare e di essere applicate, aumentando la massa critica delle organizzazioni virtuose, e rendendo così la sostenibilità realizzabile e non più solo auspicabile.
Per contattarmi cliccate QUI.
Buone riflessioni e a presto!
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